Porto di Amalfi Marina Coppola
Amalfi Ormeggio
Amalfi Ormeggi e transito Amalfi imbarcazioni
e yacht fino a mt.34,50
Costiera Amalfitana
La leggenda vuole che Amalfi sia stata fondata da Ercole in
nome della sua amata ninfa, la quale ebbe breve vita. Ercole la volle seppellire
nel posto più bello del mondo in cui, a testimonianza di un grande amore, fondò
una città che portasse il suo nome.
L'ipotesi storica invece racconta che Amalfi trarrebbe le sue origini da famiglie
romane che, imbarcate per Costantinopoli, furono travolte da una tempesta nel golfo
di Policastro; avrebbero così fondato una "Melphes", l'attuale Melfi poi,
trasferitisi più a nord, avrebbero preso dimora nel luogo dell'attuale Amalfi, fondandola
col nome di "A-Melphes". Infatti sotto lo stemma della città c'è la scritta:
discende da patrizi romani.
Le prime notizie certe di Amalfi risalgono al 533, al tempo
della guerra gotica allorché, con la vittoria di Narsete su Teia, Amalfi passò sotto
il dominio dell'impero Bizantino ed entrò a far parte del ducato di Napoli. Sottoposta
ai Bizantini, divenne un centro di traffici tra l'Oriente e l'Italia meridionale.
Amalfi si costituì, intorno all'850, in una Repubblica autonoma
retta da due magistrati che, successivamente, si fecero chiamare duchi.
La città seppe tenere, per ragioni di commercio, ottimi rapporti con tutti i poteri
in Italia ed anche con il mondo mussulmano; rapporti, quest'ultimi, che poi ruppe
per schierarsi con i papi. Nel X secolo diventava una potenza marinara e con le
sue navi solcava tutti i mari, dal Mediterraneo all'Estremo Oriente, sviluppando
un commercio fiorente che produceva ingenti ricchezze per i suoi abitanti; si sviluppavano
anche l'arte e la cultura, venivano create delle regole commerciali, nasceva il
Codice del Diritto marittimo internazionale, i navigatori perfezionavano la bussola
(all'amalfitano Flavio Gioia va il merito di averla inventata).
La Tabula Amalphitana e' il prezioso documento, risalente alla fine
dell'XI o agli inizi del XII secolo, che contiene le leggi e le consuetudini marittime
della gloriosa repubblica marinara di Amalfi. Tali norme, riconosciute valide e
adottate da diverse potenze marinare, costituirono per diversi secoli il codice
universale del commercio per tutto il Mediterraneo. Composto di 66 capitoli, 21
dei quali in latino, l'importante documento e' oggi conservato, in una redazione
del XV secolo, nel Museo Civico di Amalfi ospitato in palazzo Morelli, attualmente
sede comunale della nota cittadina.
Nel 1048 gli amalfitani fondarono l'Ospedale di S. Giovanni
a Gerusalemme da cui trasse poi il nome l'Ordine dei Cavalieri Ospitalieri, oggi
Cavalieri di Malta.
La città raggiunse il massimo splendore nella prima metà del secolo XI ma, nel 1073,
sottomessa dai Normanni, vide iniziare la sua decadenza: venne a conflitto con Venezia
e Bisanzio, tra loro alleate, e perse molte delle influenze e privilegi che contava
in Oriente. Nel 1131 fu annessa al Regno di Sicilia e qualche anno dopo veniva attaccata
e saccheggiata due volte da Pisa (1135 e 1137).
Ebbe un'apparente ripresa nel XIII secolo sotto Federico II.
Nel 1343 uno spaventoso maremoto, descritto dal Petrarca, investì la costiera; gran
parte dell'abitato andò distrutto (con esso probabilmente anche il palazzo Ducale,
citato in un documento come "palatium amalphitanum"), furono sommerse
le fortificazioni, i cantieri navali, i magazzini e le attrezzature marittime. Cinque
anni dopo, la famosa peste del 1348, descritta dal Boccaccio, completò l'opera di
distruzione fra gli uomini. Amalfi e tutte le cittadine della costa che erano state
splendide località popolate e fortificate, ricche di sontuosi palazzi, ornati di
affreschi, marmi, colonne, fontane, si avviavano a diventare modesti paesi che,
privi della ricchezza che veniva dal mare, ritornarono alla economia tradizionale
della pesca, dell'artigianato locale e dell'agricoltura. Amalfi esce praticamente
dalla scena delle grandi città marinare ed incomincia il cammino per diventare una
delle località turistiche più famose nel mondo.